
Padre Federico Lombardi non agisce di testa propria, è il portavoce della Santa Sede, e inoltre è persona di squisita gentilezza. Se dunque non ha risposte alle “quattro domande cruciali” che con una mia lettera aperta questo giornale gli ha rivolto una settimana fa non è perché non ha voluto, è perché non poteva: non aveva la “licenza de’ superiori”. Avesse potuto, infatti, avrebbe dovuto confessare quanto segue: la frase chiave “Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte” contenuta nelle famose “linee guida”sulla pedofilia, messe online sul sito ufficiale del Vaticano lunedì 12 aprile, e presentate da padre Lombardi come “disposizioni diramate fin dal 2003” (sito dell’Avvenire , quotidiano della Cei) non risale affatto al 2003 ma è stata coniata nuova di zecca nel weekend del 10-11 aprile. Al responsabile dell’autorevolissima agenzia internazionale “Associated Press”, Victor Simpson, che chiedeva lumi sulla posizione della Chiesa in fatto di pedofilia, padre Lombardi inviava infatti il venerdì 9 aprile un documento in inglese identico a quello messo online il lunedì successivo, tranne la frase chiave di cui sopra, che non compariva. E che perciò è stata partorita durante il weekend.
Che bellezza ... e, fa notare D'Arcais, questo fatto renderebbe manifesto l'atteggiamento omertoso di Wojtyla sulla questione, con conseguenti problemi per la sua santificazione. Quella stessa santificazione che veniva invocata con grida e cori da stadio "Santo subito!". Il che dovrebbe far riflettere sulla figura di Wojtyla: un gran intrattenitore, una grandissima pop star, come dice Massimo Fini.
Ma tutta questa tempesta non si limita a questo: tornando alle varie e disarmanti dichiarazioni di alti esponenti della Chiesa (omosessualità = pedofilia; ci sono pedofili tra i non preti; attacchi di massoni e giudei; eccetera eccetera) e leggendo gli articoli di Marco Politi (sempre per il Fatto) da cui si evince il malcontento di molte correnti all'interno della Chiesa (che potrebbero essere dietro ad alcuni passaggi di informazioni all'esterno) ci si rende conto che il Vaticano è e continua a rimanere ancorato ad un'idea di Stato cinquecentesco. Con la sua corte, i consiglieri che si fanno gli sgambetti, che cercano di ottenere sempre più potere ... un mondo che mi ricorda molto quello di Maria Stuard di Friecrich Schiller. E che spiega la simpatia del Vaticano verso regimi fascisti e berlusconoidi.
Quando il morto fa business

25 aprile

Magari. Magari. Ma in una Paese sempre più fascista, razzista e smemorato, schiavizzato dalle tv e vaticanizzato siamo messi proprio male. Bambini discriminati, gente squallida e invidiosa che schiuma di rabbia per le persone che beneficiano delle donazioni di privati a favore di altri. Infastiditi perché possono toccare con mano questa "ingiustizia", come la chiamano loro (loro i meschini). Sicuramente tra quelli che hanno beneficiato di questa donazione ci sono i furbi, ma i furbi sono dappertutto. E soprattutto loro (i beneficiari) sono identificati da loro (i meschini) con "gli altri": gli extracomunitari. E si esclude a priori che ci possano essere degli italiani, anzi no, dei Padani. Ma vorrei chiedere a questa gente (a loro, i meschini): pensate forse che i "furbi" che siedono al parlamento e che voi votate, che evadono, che coprono i furbi loro amici non facciano ricadere il prezzo (e qui è proprio il caso di dirlo) delle loro azioni anche su di voi? Il fatto è che loro (gli immigrati) sono appunto immigrati. Che schifo.
Infine un link: la presentazione di "Ad Personam" di Marco Travaglio, con il bellissimo intervento di Roberto Scarpinato, in cui si ripercorre una concentrata storia d'Italia. Che tira in ballo il Vaticano (ultimo stato feudale in Europa), propensione italica nell'acclamare il "conductor" di turno e così via. Da far sentire in tutte le scuole.